Mauro Franchi: “Sensibilità e fascino, la mia donna Libellula”

Ho deciso di aprire una nuova rubrica nel mio blog, dedicata ad un’altra mia grande passione che porto avanti dai tempi dell’università: il giornalismo. Ho quindi creato un piccolo spazio per raccontarvi la moda direttamente dalla voce di “chi la fa” attraverso brevi interviste che spero possano essere interessanti per voi che mi seguite con grande affetto.

Oggi ho il piacere di intervistare un grande stilista, un uomo che “coccola” le sue clienti con i suoi meravigliosi abiti, perché Mauro Franchi ama le donne e vuole farle sentire tutte protagoniste della loro vita attraverso la sua delicata fantasia. Libellula é il brand da lui creato ed in questa intervista ci racconta la sua moda e molto altro.

Bentrovato Mauro, raccontaci chi è la “Donna Libellula”:  

“Quando ho deciso di creare il marchio e ho pensato giust’appunto alla Libellula, l’ho fatto perché ho sempre pensato che la mia Donna le dovesse assomigliare. Ti spiego meglio: la Donna che immagino e desidero è una Donna elegante, silenziosa, seducente con stile e discreta; quando si muove non fa rumore perchè è garbata dai modi dolci e delicati, ma nello stesso tempo agile, veloce e sicura di sé proprio come una libellula. Questa è la mia Donna Libellula, queste sono le sue qualità che la differenziano da tutte le altre”.

Come nasce un abito realizzato da Mauro Franchi?

“Incomincio sempre dalla ricerca, principalmente dai tessuti, cosa che curo personalmente senza delegare nessun altro. Mi basta toccarli e sentirne la loro consistenza, la loro fluidità per immaginare un determinato abito e da lì inizio a realizzarlo usando al meglio la mia fantasia. Ovviamente ne segue poi un bozzetto in malacopia per poi correggerlo fino a diventare definitivo. Ancora oggi ad ogni nuova ricerca quando scelgo e studio i miei tessuti non dormo per giorni, è una sensazione che mi entusiasma e mi fà amare sempre di più il mio mestiere!”

Quanto la tecnologia (internet, programmi specifici, …) può influenzare o aiutare uno stilista nella realizzazione di un abito?

“Direi tantissimo, più che influenzato direi velocizzato. Oggi internet aiuta molto nella ricerca di qualsiasi cosa, aziende di accessori, di tessuti, ricerca di stampe e tanto altro. Invece per quanto riguarda la tecnologia per la creazione di un abito si è fatto passi da gigante: se si considera che una volta tutto veniva realizzato a mano a partire dalla modellistica con carta velina sul manichino, per poi trasformarlo in cartone e poi il taglio del tessuto e così via, oggi invece i programmi software velocizzano di molto questo processo”.

A proposito di Internet, quanto i social network possono effettivamente promuovere la vendita di un capo?

“Riprendendo la domanda precedente, quanto la tecnologia ha influenzato la moda anche qui rispondo che la rete porta tutti noi ad essere collegati in qualsiasi parte del mondo in pochi secondi. Le persone tendono sempre meno a spostarsi e quindi l’acquisto on line è il miglior risparmio di tempo. I social poi dal canto loro aiutano moltissimo: basta vedere gli effetti di un capo indossato da qualche personaggio che poi tutti immediatamente dopo lo vogliono acquistare. Questa sinceramente è una cosa che non apprezzo perché standardizza tutti: li rende tutti uguali, tutti con la medesima cosa addosso senza nemmeno capire se può stare bene o meno, perchè è solo importante averla perché “fa moda””.

I social network quanto possono influenzare il budget di una azienda di moda? 

“Dipende da molti fattori, da quanto inizialmente una azienda vuole investire nei social e soprattutto con chi.”

Esistono ancora antichi mestieri nelle grandi città come le sarte o le ricamatrici? 

“Sì, ci sono eccome, raramente sono ragazzi giovani ma persone con una esperienza lavorativa di 40 anni. Spesso vengono assunte da grandi aziende per lavorare all’interno delle grosse produzioni. Oggi però non conviene più farsi fare un abito su misura o un ricamo da una artigiana perchè i costi sono altissimi, è quindi più facile acquistarlo già fatto, magari dall’India o dalla Cina o da tanti altri paesi che esportano qui da noi su commissione da parte di grosse aziende di accessori o di moda. Le aziende di moda molto importanti spesso acquistano questi ricami o tessuti ad un prezzo ridicolo per poi venderlo al consumatore finale in Europa e in altri paesi ricchi del mondo con rincari anche del 200%! Ovviamente si parla di aziende che dettano legge nella moda e lo fanno a modo loro!”

A causa dell’acquisto di ricami e tessuti dall’estero ad un prezzo vantaggioso per alcune grandi aziende italiane, stanno quindi scomparendo scuole professionali dedicate a tali occupazioni legate alle antiche tradizioni. Chi è la sarta oggi in Italia?

“Questo tipo di scuole esistono ancora, come dici tu, poi però una volta concluso il percorso di studi, si finisce a lavorare nelle grosse distribuzioni e molti ragazzi si chiedono chi glielo fa fare. Di conseguenza chi fa oggi questo mestiere è sempre più lo straniero e non l’italiano.”

Tornando alle tue splendide creazioni Mauro, come sarà la tua donna Libellula per la prossima collezione?

“Sarà la Donna più bella che ci sia!”

Quale è il capo fondamentale o l’accessorio che non deve mai mancare nel guardaroba di una donna secondo Mauro Franchi?

“La decolleté con il tacco.”

Cosa auguri oggi al made in Italy?

“Si dice che per fare ordine bisogna fare disordine, succede che moltissime aziende per riavere margini di fatturati importanti in un periodo storico di crisi, hanno traslocato le produzioni all’estero, abbassando così i costi delle Maison e anche delle materie prime. Questo ha permesso loro di vendere sempre con i costi di prima e per questo di continuare ad avere margini di fatturato sempre molto alti. Faccio un esempio, se un abito fatto in Italia poteva costare materie prime e accessori compresi € 70,00 veniva poi venduto nello showroom con un rincaro minimo di un 2.0, cioè a € 140,00. Oggi invece lo stesso abito fatto all’estero costa all’azienda € 25,00 per venderlo comunque sempre a  €140,00, con margini di guadagno del 3.0/4.0. Si può dedurre da questo esempio perché tantissime aziende sono andate a produrre all’estero e perché in Italia innumerevoli aziende con esperienze ventennali di produzione hanno poi chiuso.

La ripresa economica ha fortunatamente portato la gente a stancarsi di acquistare capi difettosi e di scarsa qualità e soprattutto di un falso made in Italy (solo perchè si applicano direttamente sul capo etichette, bottoni o una zip prodotta appunto in Italia). La gente è stanca di sentirsi presa in giro! Aziende di moda importanti parlo di multinazionali di prima linea o medio-alte e non sto a citare i nomi ma che tutti sanno, hanno chiuso o venduto o hanno drasticamente licenziato personale e chiuso boutique di proprietà sparse per il globo solo per fare fronte alle perdite sulle vendite non avvenute o di capi restituiti.

Sapete perché negli ultimi anni sono aumentati i punti vendita o store aziendali sparsi in molte città d’Italia e all’estero? Per far fronte agli innumerevoli resi o annullamenti degli ordini proprio dovuti alla scarsa qualità o scarsa vestibilità o ai costi eccessivi del capo. Molte aziende obbligano il proprietario a comparare dei minimi molto alti portandolo purtroppo in molti casi a chiudere definitivamente la propria attività perché indebitato da queste assurde condizioni.

Per quanto riguarda le produzioni molte aziende di alto livello stanno ritornando ad investire nella produzione italiana, per recuperare quei mercati ormai persi con prodotti scarsi anche se di griffe. Sto parlando di aziende con grossi fatturati, aziende del lusso, che dettano moda, perché a loro poco importa pagare un capo realizzato in un laboratorio a € 200, perché poi il margine di vendita nelle boutique resta sempre alto. Per le imprese con marchi di livello medio alto ciò non può accadere perché i costi sarebbero proibitivi ed i margini di guadagno andrebbero di conseguenza annullati con danni molto seri a tali aziende.

Detto ciò, scusa per la franchezza ma ritengo che certe cose vadano raccontate, tornando alla tua domanda, auguro al Made in Italy di mantenere viva la tradizione manifatturiera, uno dei tanti fiori all’occhiello del nostro bellissimo Paese. Cerchiamo di far sì che la lieve crescita degli ultimi mesi possa restare tale o drasticamente aumentare e far quindi tornare il vero Made in Italy, quanto prima, a risplendere di luce propria in tutto il mondo.”

 

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2 risposte a "Mauro Franchi: “Sensibilità e fascino, la mia donna Libellula”"

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